lunedì, giugno 05, 2006

S. Patrick's day

Resoconto della festa di S. Patrizio (17 Marzo) a Dublino...un po' in ritardo, ma sempre vivo...

La parata è prevista per mezzogiorno ma alle 10 tutti sono già appostati lungo le transenne di O’Connell street. Non vale il freddo, non vale la pioggia. S. Patrizio si festeggia una volta all’anno e i dublinesi di restare a casa non ci pensano nemmeno. Un mare di gente (circa mezzo milione erano previsti dalle autorità) affolla i marciapiedi per la gioia di commercianti e di venditori improvvisati: quello che va più a ruba sono dei grossi cappelli verdi che sembrano la caricatura della vecchia tuba.
Per gli irlandesi il 17 marzo è un giorno sacro dove si festeggia il santo patrono, San Patrizio. E’ il carnevale locale, il momento che collega la fredda terra verde al caldo mediterraneo festaiolo. Non per niente questa celebrazione, esportata fino in America e Cina, è l’orgoglio di ogni autentico irlandese. Fiumi di birra (specialmente Guinness) bagnano le tavole e a poco servono gli appelli alla morigeratezza e al recupero dello spirito originariamente cristiano della festa. Quando si tratta di fare baldoria qua non si tira indietro nessuno.
Per la capitale, l’inizio ufficiale dei festeggiamenti è la partenza della parata dal centro. C’è di tutto: carri con statue di cartapesta, danzatori mascherati, bande musicali. Perfino ballerine di samba che fanno un po’ tenerezza a vederle seminude con la temperatura vicina allo zero. La voglia spasmodica di far festa ad ogni costo si può leggere sulla faccia dei presenti. Un gruppo di spagnoli canta scompostamente cori da stadio. Non si potrebbe bere per strada, ma loro sono ugualmente ubriachi perché hanno nascosto l’alcool dentro delle insospettabili bottigliette di coca-cola.
Non appena la parata ha termine, la città si trasforma completamente sotto gli occhi attenti e preoccupati degli oltre 1000 poliziotti schierati in ogni angolo della città. Il cuore di gente in trance adrenalinica si sparpaglia per strade e viuzze come un fiume verde che rompe gli argini. Adolescenti, madri, turisti, vecchi, bambini. “Kiss me I’m irish” è l’orgoglio che alcuni portano dipinto sulle guance. Nei pressi del Saint Stephen’s Green l’atmosfera è più musicale perché c’è un concerto di musica tradizionale organizzato. I giovani improvvisano mescolando balli di tutto il mondo, mentre gli anziani si muovono con più precisione ma con lo stesso entusiasmo. Un genio ha consegnato dei copricapo con trifogli molleggianti: chi viene da lontano rimane affascinato da un mare di “bobbling shamrocks”, come li definirà poi una giornalista del luogo.
Nei pub è quasi impossibile entrare. Anche il più sporco e nascosto è pieno zeppo di gente, tutti con la Guinness da 0,52 ben salda in mano. I baristi servono a ritmo serrato senza riposare le braccia. 3,5€ a bicchiere val bene uno sforzo in più. Oggi sembra che la felicità sia solo poter bere. Qualcuno inizia a strisciare sul pavimento avvicinandosi alla porta d’uscita. “Sorry, no childern” recita un cartello su quella porta, ma se ci fossero stati bambini dentro nessuno li avrebbe allontanati. Passa il tempo e arrivano le 23, ora in cui non si serve più da bere. I cappelloni verdi sfilano un po’ inclinati fuori dal pub. E’ stata una bella festa, nessuno si è fatto male e in pochi sono stati arrestati. Sempre meglio dell’anno scorso che aveva visto scontri, contusi e 700 persone in manette.

1 commento:

maggiebungle ha detto...

Adoro l'Irlanda da sempre, o almeno da quando so che esiste una terra di tale bellezza!!
Anch'io un giorno andrò a festeggiare il S. Patrick's day! Per adesso mi accontento del mio sempre vivo ricordo di quei 4 giorni del settembre 2003 che passai a Dublino, dopo anni che sognavo di andarci!!! Che momenti meravigliosi, se potessi bloccare il tempo sarebbero gli unici giorni della mia vita in cui non mi stancherei di vivere per sempre...
Se un giorno tornerò in Irlanda (e ci tornerò....potessi poi non tornare più via...) voglio visitare la campagna e le scogliere a picco sul mare..che favola! :)